mercoledì 21 maggio 2008

FATTI TROVARE DALLE AZIENDE CON ADC - AGENZIA DELLA COMUNICAZIONE

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ADC - Agenzia della Comunicazione è una società editrice multimediale indipendente che propone prodotti editoriali online e cartacei rivolti agli operatori della pubblicità, del marketing, dei media e degli eventi.

La mission con cui ADC si propone ai propri utenti mira a dare all’azienda che investe in comunicazione gli strumenti informativi più innovativi per meglio scegliere i propri partner e per comunicare in maniera più efficace con i propri target.

Per raggiungere lo scopo ADC utilizza la strategia del click&paper che propone il web per l’informazione quotidiana, l’interattività e l’immediatezza; la carta per l’approfondimento, la formazione, la riflessione.

Su queste premesse nel 2000 nasce ADVexpress (www.advexpress.it), la prima agenzia di informazione in tempo reale sul mondo della comunicazione.

L'offerta dei contenuti si è via via arricchita con:

I Quaderni della Comunicazione - approfondimenti monotematici mensili su argomenti di particolare interesse,

l'Annual sulla Creatività
- dedicato alle migliori campagne pubblicitarie on air nei 12 mesi precedenti,

Speciale Festival di Cannes - cofanetto di 3 volumi pubblicato annualmente in occasione del Festival mondiale della pubblicità,

e20
- il primo mensile dedicato agli eventi e alle sponsorizzazioni,

Monitor sugli Eventi
- ricerca quali-quantitativa promossa con Astra-Demoskopea,

Best Event Awards – BEA
- il premio all’eccellenza qualitativa nell’organizzazione di eventi,

Event Marketing Book
- un vero e proprio marketplace dove le aziende si incontrano con i propri partner per conoscersi meglio e fare business.

e20express.it – il nuovo sito che propone informazione e servizi per i professionisti del settore.

Dal mese di maggio, sono anche attivi i blog seguenti:

e20express.blogspot.com il blog di e20express

advexpress.blogspot.com
il blog di e20express

venerdì 16 maggio 2008

SOCIAL NETWORK AL SERVIZIO DEL PROFESSIONISTA DELL'INTERMEDIAZIONE


Essere mediatore creditizio oggi significa anche saper utilizzare internet e i nuovi media per accrescere la propria competitività e aumentare la possibilità di entrare in contatto con potenziali clienti. E quello che abbiamo assistito oggi a Milano è l'esempio di come questo sia possibile attraverso l'uso di strumenti che Internet mette a disposizione pressoché gratuitamente, come i social network.

A Milano questa settimana si sono svolti una serie di interessanti interventi all'EBA FORUM (EBA sta per Everything but Advertising) appuntamento per le imprese che intendano orientare la loro offerta a soluzioni in cui la componente innovativa, il Web 2.0 è argomento preponderante.

Si è partiti con l'intervento di Franco Giacomazzi (Politecnico di Milano e Presidente AISM), che era anche moderatore del convegno, e che ha introdotto l'argomento non facile del Web 2.0EBAFORUM 2008 e delle professionalità connesse.

L'esperienza del Prof. Giacomazzi ha permesso di cogliere alcune sottili sfumature sulle differenze e i punti critici nell'approccio al Web 2.0 che, lo diciamo, è solo un paradigma della nuova "Rete", una convenzione con cui si identifica un approccio culturale diverso; ad esempio la consapevolezza di governare le conversazioni degli utenti come sta accadendo nei corporate blog.
Il ruolo del marketing 2.0 - secondo Giacomazzi - non è ancora chiaro, soprattutto nelle piccole e medie imprese italiane. Un ultimo punto riguarda le metriche, che evolvono esattamente come evolve la Rete. Infine un invito a sperimentare, a provare questi nuovi strumenti.

Decisamente innovativi gli interventi successivi, di Massimo Giordani (Politecnico di Torino e presidente Intermedia) e Claudio Pasqua (Intermedia, esperto in sistemi complessi), che hanno introdotto un argomento mutuato dalla scienza della complessità, di non facile approccio, ma qui spiegato in una maniera accessibile.

Un passaggio fondamentale è infatti ancora ignorato proprio da chi si occupa di comunicazione digitale, ed è ancora fermo al concetto ormai obsoleto di multicanalità.
Giordani, che insegna "Integrazione dei media" al Politecnico di Torino, spiega invece come le dinamiche "emergenti" della rete e del web siano concetti che affondano le loro radici negli studi sulla complessità e la teoria del caos applicata ai cosiddetti "ecosistemi digitali" che si comportano esattamente come le dinamiche di un sistema vivente (questi studi sulle dinamiche delle reti sociali sono apparsi su riviste prestigiose del calibro di Nature).


E' stato in particolare provato - ha spiegato il prof. Giordani - proprio da un fisico italiano, Ginestra Bianconi, che è la "fitness" di una rete di relazioni, dunque la derivata nel tempo, ovvero l'incremento dei link presenti in una rete nel tempo, a determinare il successo di un sito o di una pagina web. O come l'hanno definita i relatori, uno hub di una rete. Dunque non è sufficiente, tanto per fare un esempio pratico, possedere tanti collegamenti (referrals) diretti al sito aziendale per aumentare il PageRank di Google e il posizionamento sui motori. Esistono altre dinamiche nella rete di relazioni, come la reputazione del sito, che si misura con metriche molto diverse da quanto i SEO si sono abituati da anni.

Ciò ha determinato il successo di iniziative come quella di Google (ma anche di imprese italiane che hanno adottato lo stesso approccio). Google ha superato Yahoo nella corsa alla visibilità grazie anche alle dinamiche della legge del prefential attachment, che premia i nodi più grossi, o hub, maggiormente connessi in una rete: ovvero i siti web delle aziende che utilizzano delle strategie mirate ad aumentare la link popularity in un ottica ecosistemica.

Un concetto, per concludere, che ha un punto fermo: se le aziende intendono vincere la corsa alla competizione per conseguire successi in termini di popolarità, devono aumentare la propria "performance" sulla rete, e ciò va fatto utilizzando un nuovo paradigma (l'ecosistema digitale) che amplifichi la loro credibilità e soprattutto reputazione.

Tra i case history presentati ci sono i progetti da un anno attivi su XING (gruppo ecosistemi digitali) con un migliaio tra direttori marketing e dirigenti iscritti al gruppo cui fa capo Intermedia e che prendono parte attiva alle iniziative presenti in questo social network che recentemente ha assorbito Neurona, diventando uno dei più grandi e dinamici social network di professionisti d'Europa.

Cosa che avviene secondo gli schemi tipici dell'auto-organizzazione della rete, secondo un fenomeno bottom-up tipico dei sistemi basati sul Web 2.0, dove è la parola dell'utente-cliente che conta, un concetto che ancora stenta a entrare nel codice genetico di chi si occupa di marketing digitale e di intermediazione in Italia.



File Iconhttp://www.ebafourm.it
Essere mediatore creditizio significa anche possedere una fitta rete sociale di clienti. E quello che abbiamo assistito oggi a Milano è l'esempio di come questo sia migliorabile attraverso l'uso di strumenti di Internet come i social network.

A Milano questa settimana si sono svolti una serie di interessanti interventi all'EBA FORUM (EBA sta per Everything but Advertising) appuntamento per le imprese che intendano orientare la loro offerta a soluzioni in cui la componente innovativa, il Web 2.0 è argomento preponderante.

Si è partiti con l'intervento di Franco Giacomazzi (Politecnico di Milano e Presidente AISM), che era anche moderatore del convegno, e che ha introdotto l'argomento non facile del Web 2.0EBAFORUM 2008 e delle professionalità connesse.

L'esperienza del Prof. Giacomazzi ha permesso di cogliere alcune sottili sfumature sulle differenze e i punti critici nell'approccio al Web 2.0 che, lo diciamo, è solo un paradigma della nuova "Rete", una convenzione con cui si identifica un approccio culturale diverso; ad esempio la consapevolezza di governare le conversazioni degli utenti come sta accadendo nei corporate blog.
Il ruolo del marketing 2.0 - secondo Giacomazzi - non è ancora chiaro, soprattutto nelle piccole e medie imprese italiane. Un ultimo punto riguarda le metriche, che evolvono esattamente come evolve la Rete. Infine un invito a sperimentare, a provare questi nuovi strumenti.

Decisamente innovativi gli interventi successivi, di Massimo Giordani (Politecnico di Torino e presidente Intermedia) e Claudio Pasqua (Intermedia, esperto in sistemi complessi), che hanno introdotto un argomento mutuato dalla scienza della complessità, di non facile approccio, ma qui spiegato in una maniera accessibile.

Un passaggio fondamentale è infatti ancora ignorato proprio da chi si occupa di comunicazione digitale, ed è ancora fermo al concetto ormai obsoleto di multicanalità.
Giordani, che insegna "Integrazione dei media" al Politecnico di Torino, spiega invece come le dinamiche "emergenti" della rete e del web siano concetti che affondano le loro radici negli studi sulla complessità e la teoria del caos applicata ai cosiddetti "ecosistemi digitali" che si comportano esattamente come le dinamiche di un sistema vivente (questi studi sulle dinamiche delle reti sociali sono apparsi su riviste prestigiose del calibro di Nature).


E' stato in particolare provato - ha spiegato il prof. Giordani - proprio da un fisico italiano, Ginestra Bianconi, che è la "fitness" di una rete di relazioni, dunque la derivata nel tempo, ovvero l'incremento dei link presenti in una rete nel tempo, a determinare il successo di un sito o di una pagina web. O come l'hanno definita i relatori, uno hub di una rete. Dunque non è sufficiente, tanto per fare un esempio pratico, possedere tanti collegamenti (referrals) diretti al sito aziendale per aumentare il PageRank di Google e il posizionamento sui motori. Esistono altre dinamiche nella rete di relazioni, come la reputazione del sito, che si misura con metriche molto diverse da quanto i SEO si sono abituati da anni.

Ciò ha determinato il successo di iniziative come quella di Google (ma anche di imprese italiane che hanno adottato lo stesso approccio). Google ha superato Yahoo nella corsa alla visibilità grazie anche alle dinamiche della legge del prefential attachment, che premia i nodi più grossi, o hub, maggiormente connessi in una rete: ovvero i siti web delle aziende che utilizzano delle strategie mirate ad aumentare la link popularity in un ottica ecosistemica.

Un concetto, per concludere, che ha un punto fermo: se le aziende intendono vincere la corsa alla competizione per conseguire successi in termini di popolarità, devono aumentare la propria "performance" sulla rete, e ciò va fatto utilizzando un nuovo paradigma (l'ecosistema digitale) che amplifichi la loro credibilità e soprattutto reputazione.

Tra i case history presentati ci sono i progetti da un anno attivi su XING (gruppo ecosistemi digitali) con un migliaio tra direttori marketing e dirigenti iscritti al gruppo cui fa capo Intermedia e che prendono parte attiva alle iniziative presenti in questo social network che recentemente ha assorbito Neurona, diventando uno dei più grandi e dinamici social network di professionisti d'Europa.

Cosa che avviene secondo gli schemi tipici dell'auto-organizzazione della rete, secondo un fenomeno bottom-up tipico dei sistemi basati sul Web 2.0, dove è la parola dell'utente-cliente che conta, un concetto che ancora stenta a entrare nel codice genetico di chi si occupa di marketing digitale in Italia.




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