venerdì 16 maggio 2008

Essere mediatore creditizio significa anche possedere una fitta rete sociale di clienti. E quello che abbiamo assistito oggi a Milano è l'esempio di come questo sia migliorabile attraverso l'uso di strumenti di Internet come i social network.

A Milano questa settimana si sono svolti una serie di interessanti interventi all'EBA FORUM (EBA sta per Everything but Advertising) appuntamento per le imprese che intendano orientare la loro offerta a soluzioni in cui la componente innovativa, il Web 2.0 è argomento preponderante.

Si è partiti con l'intervento di Franco Giacomazzi (Politecnico di Milano e Presidente AISM), che era anche moderatore del convegno, e che ha introdotto l'argomento non facile del Web 2.0EBAFORUM 2008 e delle professionalità connesse.

L'esperienza del Prof. Giacomazzi ha permesso di cogliere alcune sottili sfumature sulle differenze e i punti critici nell'approccio al Web 2.0 che, lo diciamo, è solo un paradigma della nuova "Rete", una convenzione con cui si identifica un approccio culturale diverso; ad esempio la consapevolezza di governare le conversazioni degli utenti come sta accadendo nei corporate blog.
Il ruolo del marketing 2.0 - secondo Giacomazzi - non è ancora chiaro, soprattutto nelle piccole e medie imprese italiane. Un ultimo punto riguarda le metriche, che evolvono esattamente come evolve la Rete. Infine un invito a sperimentare, a provare questi nuovi strumenti.

Decisamente innovativi gli interventi successivi, di Massimo Giordani (Politecnico di Torino e presidente Intermedia) e Claudio Pasqua (Intermedia, esperto in sistemi complessi), che hanno introdotto un argomento mutuato dalla scienza della complessità, di non facile approccio, ma qui spiegato in una maniera accessibile.

Un passaggio fondamentale è infatti ancora ignorato proprio da chi si occupa di comunicazione digitale, ed è ancora fermo al concetto ormai obsoleto di multicanalità.
Giordani, che insegna "Integrazione dei media" al Politecnico di Torino, spiega invece come le dinamiche "emergenti" della rete e del web siano concetti che affondano le loro radici negli studi sulla complessità e la teoria del caos applicata ai cosiddetti "ecosistemi digitali" che si comportano esattamente come le dinamiche di un sistema vivente (questi studi sulle dinamiche delle reti sociali sono apparsi su riviste prestigiose del calibro di Nature).


E' stato in particolare provato - ha spiegato il prof. Giordani - proprio da un fisico italiano, Ginestra Bianconi, che è la "fitness" di una rete di relazioni, dunque la derivata nel tempo, ovvero l'incremento dei link presenti in una rete nel tempo, a determinare il successo di un sito o di una pagina web. O come l'hanno definita i relatori, uno hub di una rete. Dunque non è sufficiente, tanto per fare un esempio pratico, possedere tanti collegamenti (referrals) diretti al sito aziendale per aumentare il PageRank di Google e il posizionamento sui motori. Esistono altre dinamiche nella rete di relazioni, come la reputazione del sito, che si misura con metriche molto diverse da quanto i SEO si sono abituati da anni.

Ciò ha determinato il successo di iniziative come quella di Google (ma anche di imprese italiane che hanno adottato lo stesso approccio). Google ha superato Yahoo nella corsa alla visibilità grazie anche alle dinamiche della legge del prefential attachment, che premia i nodi più grossi, o hub, maggiormente connessi in una rete: ovvero i siti web delle aziende che utilizzano delle strategie mirate ad aumentare la link popularity in un ottica ecosistemica.

Un concetto, per concludere, che ha un punto fermo: se le aziende intendono vincere la corsa alla competizione per conseguire successi in termini di popolarità, devono aumentare la propria "performance" sulla rete, e ciò va fatto utilizzando un nuovo paradigma (l'ecosistema digitale) che amplifichi la loro credibilità e soprattutto reputazione.

Tra i case history presentati ci sono i progetti da un anno attivi su XING (gruppo ecosistemi digitali) con un migliaio tra direttori marketing e dirigenti iscritti al gruppo cui fa capo Intermedia e che prendono parte attiva alle iniziative presenti in questo social network che recentemente ha assorbito Neurona, diventando uno dei più grandi e dinamici social network di professionisti d'Europa.

Cosa che avviene secondo gli schemi tipici dell'auto-organizzazione della rete, secondo un fenomeno bottom-up tipico dei sistemi basati sul Web 2.0, dove è la parola dell'utente-cliente che conta, un concetto che ancora stenta a entrare nel codice genetico di chi si occupa di marketing digitale in Italia.




File Iconhttp://www.ebafourm.it

Nessun commento: